The Night Clerk - I segreti della notte

esplicitata

adulti autistici, amori e affetti, lavoro, passioni e interessi, rapporti con gli altri, relazioni famigliari

autismo lieve

Bart Bromley è un giovane autistico di 23 anni, di livello 1 con bisogno di supporto lieve, nonostante nel film venga specificata la "Sindrome di Asperger", termine ormai sempre meno utilizzato sia dalla comunità autistica che scientifica. La sua più grande difficoltà è l'interazione sociale e la decodificazione delle emozioni umane. Questo lo porta ad installare delle telecamere nascoste in una stanza nell'albergo dove lavora, per studiare i comportamenti umani ed imitare le loro espressioni/modi di parlare. Di primo acchito potrebbe sembrare un voyeur perverso che prova piacere nello spiare gli altri, ma ben presto si capisce che il suo è un intento antropologico/psicologico per avvicinarsi il più possibile a quella che lui ritiene sia "la normalità". Infatti spesso ripete frasi con la stessa intonazione dei soggetti osservati quasi come fosse un attore che studia la parte di un personaggio da interpretare. Bart è consapevole che questa è sia una pratica illegale che inquietante, ma anche davanti ad un'accusa di omicidio continuerà a praticarla ossessivamente. Sebbene abbia queste difficoltà relazionali, ha il supporto sia da parte di sua madre, con la quale convive sia del suo datore di lavoro che ne elogia le doti ed è convinto della sua innocenza; inoltre stringerà contatti con una cliente dell'hotel. Anche in questo film purtroppo troviamo lo stereotipo dell'autistico geniale, mago del computer/informatica, usato soprattutto per reggere tutta la trama e lo sviluppo narrativo. Una nota positiva e simpatica è la sua risposta sincera alla classica forma di saluto neurotipica "come stai?" a cui ogni volta e a tutti risponde "è una domanda complicata". Visione consigliata a tutti.

"I segreti della notte" è confezionato come un thriller ma non ha niente di esso, la trama in sè non offre nessun tipo di originalità, fin dall'inizio è palese l'omicida e l'unica cosa che sostiene la storia è come riuscire a scagionare un innocente da accuse che si reggono su pochissime prove. Come giallo quindi non funziona: piatto e molto prevedibile, senza alcun colpo di scena e con un intreccio per nulla avvincente. Come film drammatico ha un paio di spunti interessanti, soprattutto per le caratteristiche del personaggio principale, un giovane autistico (nel film si cita la Sindrome di Asperger) che ha delle peculiarità e delle difficoltà a relazionarsi che contribuiscono enormemente a sostenere lo sviluppo narrativo della storia. Le dinamiche del racconto sono quindi del tutto dipendenti dal percorso psicologico del protagonista, interpretato timidamente da un Tye Sheridan un po' acerbo per il ruolo, che non convince. John Leguizamo ed Helen Hunt come attori non protagonisti rispettivamente nei ruoli del detective e della madre sicuramente non al meglio delle loro capacità, si salvano Ana de Armas che riesce a dare ampio spessore al suo ruolo di femme fatal ed una buona fotografia, con alcune belle inquadrature. Visione consigliata a tutti.

★☆☆☆☆