Pour te retrouver - Lucas è scomparso

esplicitata

amori e affetti, autismo adolescenziale, autismo infantile, famiglie e istituzioni, relazioni famigliari

autismo severo

Lucas è un bambino autistico di 11 anni con alcune compromissioni (Livello 3, con grande bisogno di supporto), è poco verbale, non sopporta di stare al buio, di essere toccato o di sentire rumori troppo forti. Ha una grande passione per i draghi, suo interesse assorbente ed è attratto dall'acqua senza però saper nuotare e averne coscienza del pericolo. La madre Marion ha in affidamento Lucas ed ha messo da parte la sua vita professionale per occuparsi di lui. Tra i due genitori è quella con maggiore consapevolezza dell'autismo e con più pazienza davanti ai meltdown del figlio. Il padre Alexis sembra non aver accettato la condizione del figlio e di viverla quasi come una condanna.

Il tema dell'autismo è affrontato in maniera dicotomica, ci sono momenti in cui è narrato in modo stereotipato (come quando la madre Marion afferma "è tipico degli autistici mangiare solo alimenti chiari, non volersi far tagliare le unghie e i capelli, essere attirati dall'acqua ma aver paura della pioggia, della doccia, e aver problemi di sonno...") sia parti in cui vengono esposte caratteristiche veritiere dello spettro (come che ogni autistico è diverso e ha le sue peculiarità). Nel racconto sono presenti flashback di cinque anni prima che illustrano come le vicende dei personaggi e il loro relazionarsi siano cambiate nel tempo. Le indagini della polizia si concentrano sui genitori e sullo zio Tristan mettendo in dubbio la loro cura nei confronti del bambino e dimostrando che la conoscenza di cosa sia la condizione autistica è ancora piuttosto erronea nelle istituzioni.

"Lucas è scomparso" affronta due temi importanti e molto attuali rimanendo però sempre un po' in superficie. Racconta come le istituzioni (nello specifico la polizia francese) agiscono di fronte alla sparizione di un minore autistico e qual è il loro grado di conoscenza su questa tematica (nel caso della storia per lo più carente). Inoltre narra le dinamiche relazionali di una coppia di genitori, separati da poco, davanti ad una tragedia familiare dove le dinamiche di colpa e sospetto amplificano i già precari stati d'animo. Il racconto è cadenzato in modo quasi ansiogeno come in un thriller e sullo schermo è presente in alcuni momenti un timer che ne scandisce la durata, poichè la ricerca si svolge nell'arco temporale di 48 ore. La regia di Bruno Garcia non convince, gli attori protagonisti fanno del loro meglio per entrare nel ruolo, senza riuscirci a pieno, sembra un film per la tv con il classico finale strappalacrime. La visione è per tutti.

★★☆☆☆